Di fronte all’emergenza da Covid-19, la necessità di mantenere la distanza interpersonale ed evitare gli assembramenti, unita ai periodi di forte lockdown, ha spinto i medici alla ricerca di soluzioni efficienti per mantenere la comunicazione con i propri pazienti. In questo, è stato fondamentale il ruolo della telemedicina. Vediamo qualche dato.
Medici sempre più connessi
La ricerca condotta dall’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano sulla Connected Care nell’emergenza Covid-19 ha sottolineato l’importanza della telemedicina per un mondo sempre più connesso, in particolar modo per l’interazione medico-paziente a livello territoriale.
Secondo Mariano Corso, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità, le tecnologie digitali possono fare la differenza in tutte le fasi di prevenzione, accesso, cura e assistenza dei pazienti, tra cui la gestione dei pazienti sul territorio, accelerando la transizione verso un modello di sanità molto più connesso e sostenibile.
Secondo lo studio, durante la pandemia il 51% dei medici di medicina generale intervistati ha svolto il lavoro da remoto, in modalità smart working. La maggior parte di essi, inoltre, l’ha ritenuta un’esperienza positiva perché ha permesso di condividere le informazioni in maniera efficiente, ha garantito una maggiore capacità di rispondere a richieste urgenti e ha dato la possibilità di conciliare lavoro e vita privata.
Il 40% dei medici di famiglia, inoltre, ha dichiarato che questa modalità di lavoro, che sfrutta smartphone, computer e VPN, sarà utile anche a emergenza finita per comunicare efficacemente con i pazienti e accedere da remoto a documenti e informazioni cliniche.
Dal punto di vista tecnologico, per continuare ad avere i benefici del lavoro da remoto, è necessario implementare e potenziare gli strumenti tecnologici. A tal proposito, il 39% delle aziende ha introdotto o potenziato le piattaforme di comunicazione e collaborazione, il 31% ha inserito gli strumenti per consentire lo smart working e il 30% ha fornito strumenti mobile al personale.
Com’è cambiata la comunicazione medico-paziente
Durante la pandemia Covid-19, soprattutto nelle fasi più acute, caratterizzate da rigidi lockdown e norme di distanziamento sociale, il sistema sanitario ha dovuto implementare il proprio modo di comunicare con i pazienti, garantendo assistenza anche da remoto. Per questa ragione, medici e pazienti hanno trovato nei canali digitali un valido aiuto per mantenere una comunicazione efficiente, sfruttando strumenti e tecnologie che prima dell’emergenza erano ignorati.
Il telefono in senso classico rimane il principale canale di contatto tra medico e paziente, ma la ricerca dell’Osservatorio Sanità ha evidenziato un importante aumento dell’utilizzo di altri strumenti, come le e-mail, WhatsApp e piattaforme di collaboration come Skype e Zoom.
Secondo Chiara Sgarbossa, Direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità, l’emergenza sanitaria da Coronavirus ha garantito un grande punto di svolta nell’utilizzo degli strumenti digitali da parte dei medici per la comunicazione con i propri pazienti. Per garantire una sanità sempre più connessa ed efficiente, in futuro è importante che sia il medico stesso a proporre, oltre ai canali fisici e tradizionali, questo tipo di piattaforme ai propri pazienti.
Fonte: Osservatori Politecnico, Osservatorio Digital Health 2022