L’influenza è una malattia respiratoria acuta causata dai virus dell’influenza A o B. Si verifica un’epidemia ogni anno principalmente durante la stagione invernale.
I virus influenzali cambiano frequentemente le loro caratteristiche antigeniche. Questo spiega perché ogni anno il nostro sistema immunitario non riesca a contrastarli efficacemente anche se ci si è ammalati l’anno prima. L’immunizzazione annuale è necessaria anche se il vaccino dell’anno precedente ne conteneva uno o più gli antigeni uguali all’anno precedente perché l’immunità tende a diminuire progressivamente durante l’anno successivo alla vaccinazione.
La vaccinazione antinfluenzale annuale pertanto è un’importante misura di sanità pubblica per prevenire l’infezione influenzale. La protezione fornita dai vaccini antinfluenzali si basa sull’induzione di anticorpi neutralizzanti il virus. In particolare gli anticorpi che si vanno a produrre sono diretti contro l’emoagglutinina virale.
Vi è particolare enfasi sulla vaccinazione antinfluenzale per questa stagione 2020-2021 proprio perché è in atto la pandemia SARS-CoV-2. Purtroppo i sintomi dell’influenza stagionale e della SARS-CoV-2 non possono essere distinti senza test specifici per entrambi i virus, quindi la vaccinazione contro l’influenza può aiutarci a fare diagnosi differenziale tra le due infezioni, dovrebbe ridurre inoltre la necessità di effettuare visite ambulatoriali e/o domiciliare per l’influenza stagionale riducendo così il carico sul SSN e dovrebbe in fine diminuire la possibilità di coinfezione simultanea con entrambi i virus.
Quando bisogna vaccinarsi
Idealmente la campagna di vaccinazione dovrebbe cominciare prima dell’inizio dell’attività influenzale nella comunità (da la fine di ottobre nell’emisfero settentrionale ed entro aprile nell’emisfero meridionale).
Il vaccino antinfluenzale dovrebbe continuare ad essere somministrato per tutta la stagione influenzale, la cui durata varia di anno in anno.
Quest’anno, vista l’attuale situazione epidemiologica relativa alla circolazione di SARS-CoV-2, si raccomanda di anticipare la conduzione delle campagne di vaccinazione antinfluenzale a partire dall’inizio di ottobre e offrire la vaccinazione ai soggetti eleggibili in qualsiasi momento della stagione influenzale, anche se si presentano in ritardo per la vaccinazione.
Chi deve vaccinarsi
Si raccomanda la vaccinazione antinfluenzale ogni anno per:
- Tutti gli individui di età ≥6 mesi che non presentano controindicazioni;
- Le persone ad alto rischio, i loro stretti contatti e gli operatori sanitari;
- Gli anziani e le persone con problemi di salute sottostanti perché corrono un rischio maggiore di complicanze dell’influenza, inclusa la morte.
Da chi sono composti i gruppi ad alta priorità
Sebbene la vaccinazione antinfluenzale annuale sia raccomandata per tutti i soggetti di età ≥6 mesi, spesso purtroppo la fornitura del vaccino è limitata pertanto avranno priorità alcune categorie.
Sulla base della Circolare del 4 giugno 2020 “Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2020-2021”, la vaccinazione antinfluenzale è raccomandata per tutti i soggetti che sono considerati a maggior rischio di sviluppare complicanze importanti nel caso in cui si ammalassero e i loro caregiver. Hanno priorità anche persone che svolgono ruoli sociali di assistenza particolarmente importanti come per esempio i medici e gli infermieri. Gli individui che sono a maggior rischio di complicanze influenzali includono: anziani, donne in gravidanza, immunocompromessi, persone con determinate malattie croniche.
Sebbene non ci siano dati sul rischio di influenza grave o complicata tra gli individui asplenici (ovvero che non hanno più la milza), si è visto che l’influenza gioca il ruolo di fattore di rischio per la polmonite batterica secondaria, che può essere grave in questi pazienti.
Donne in gravidanza
Sono stati effettuati diversi studi che hanno dimostrato che l’infezione durante la gravidanza si associa allo sviluppo di complicazioni e addirittura alla morte. Si raccomanda pertanto di effettuare il vaccino a virus inattivato indipendentemente dallo stadio della gravidanza.
Pazienti immunocompromessi
Si raccomanda il vaccino antinfluenzale inattivato ai pazienti immunocompromessi, compresi gli individui con infezione da HIV, i pazienti con cancro e quelli che hanno subito un trapianto d’organo. Il vaccino con virus vivo attenuato è controindicato negli individui immunocompromessi.
Operatori sanitari e contatti stretti di pazienti immunocompromessi
La vaccinazione è particolarmente importante per gli individui che potrebbero trasmettere l’influenza a persone ad alto rischio di complicazioni; tali individui includono operatori sanitari, lavoratori che operano in strutture adibite all’assistenza sanitaria cronica, caregiver domiciliari di persone ad alto rischio e contatti familiari.
Gli operatori sanitari e i contatti familiari che hanno stretti rapporti con persone immunocompromesse gravi che richiedono un ambiente protetto, dovrebbero invece effettuare il vaccino con virus vivo attenuato, in tal caso dovrebbero però evitare il contatto con pazienti gravemente immunocompromessi per sette giorni dopo l’iniezione.
Tipi di vaccini
Le tipologie di vaccino antinfluenzale disponibili sono:
- vaccini influenzali inattivati (IIV);
- vaccino influenzale ricombinante (RIV);
- un vaccino vivo attenuato (LAIV).
Spieghiamo i vari tipi.
Vaccini influenzali inattivati (IIV)
Vaccini quadrivalenti
Tra questi abbiamo:
-Vaccini a dose standard, a base di uova. Gli IIV a dose standard sono preparazioni quadrivalenti di virioni frazionati o vaccini a subunità virali che sono stati inattivati (per esempio il Fluarix). Possono essere iniettati per via intramuscolare negli adulti di qualsiasi età. Questi vaccini contengono 15 mcg di ciascuno HA per virus e sono prodotti in uova fecondate di gallina.
Esiste anche la possibilità di somministrarlo tramite un iniettore a getto che utilizza un flusso di liquido ad alta pressione capace di far penetrare il vaccino attraverso la pelle invece di utilizzare l’ago (per esempio Afluria). Tale dispositivo iniettore è approvato per adulti di età compresa tra 18 e 64 anni.
-Vaccini a dose standard, basata su colture cellulari. Il vaccino IIV quadrivalente prodotto in coltura
cellule di mammifero (per esempio Flucelvax) è approvato per individui di età ≥9 anni. Questo contiene 2 virus di tipo A (H1N1 e H3N2) e 2 virus di tipo B cresciuti su colture cellulari.
-Vaccino a dose standard, adiuvato a base di uova. Il vaccino IIV quadrivalente adiuvato (per esempio Fluad Quadrivalente) è approvato per l’uso in individui di età ≥65 anni.
– Vaccino ad alto dosaggio, a base di uova. Il vaccino IIV quadrivalente ad alto dosaggio intramuscolare (per esempio Fluzone HighDose) è approvato per individui di età ≥65 anni. Contiene due virus di tipo A (H1N1 e H3N2) e due virus di tipo B contenente 60 mcg di emoagglutinina (HA) per ciascun ceppo virale per garantire una maggiore risposta immunitaria e quindi una maggiore efficacia.
Attualmente in Italia sono disponibili vaccini quadrivalenti (QIV) che contengono 2 virus di tipo A (H1N1 e H3N2) e 2 virus di tipo B.
Vaccino trivalente
La dose standard del vaccino IIV trivalente adiuvato a base di uova (per esempio Fluad) è approvato per l’uso in individui di età ≥65 anni.
Oggi in Italia sono disponibili vaccini antinfluenzali trivalenti (TIV) che contengono 2 virus di tipo A (H1N1 e H3N2) e un virus di tipo B.
Vaccino influenzale ricombinante HA (quadrivalente RIV)
La formulazione quadrivalente del vaccino influenzale ricombinante HA (per esempio Flublok), che si produce utilizzando la tecnologia del DNA ricombinante si può somministrare negli individui di età ≥18 anni. A differenza delle altre formulazioni che contengono antigeni sia HA che neuraminidasi, il vaccino ricombinante contiene solo antigeni HA.
Vaccino influenzale vivo attenuato (LAIV; quadrivalente)
Si somministra per via nasale (per esempio FluMist). È stato approvato per gli individui sani (donne non in stato di gravidanza) di età compresa tra 2 e 49 anni. I ceppi influenzali contenuti nel Quadrivalente sono attenuati in modo da non causare influenza e sono adattati al freddo e sensibili alla temperatura, in modo che si replichino nella mucosa nasale piuttosto che nel tratto respiratorio inferiore. Il vaccino non è attualmente disponibile in Italia.
Come si sceglie la formulazione più adatta
La scelta della formulazione del vaccino dipende da diversi fattori, tra cui età, comorbidità e rischio di reazioni avverse.
Le controindicazioni e le precauzioni devono essere valutate attentamente prima di scegliere il tipo di vaccino da somministrare.
- Per uomini adulti sani e donne adulte non in stato di gravidanza fino a 49 anni di età si può somministrare il vaccino quadrivalente inattivato oppure il vaccino quadrivalente a virus vivo attenuato.
- Per tutti gli individui di età compresa tra 50 e 64 anni e per gli individui di età ≤49 anni
- che hanno una controindicazione alla somministrazione del vaccino vivo attenuato (ad esempio, immunocompromissione; malattie cardiovascolari, polmonari o metaboliche croniche; gravidanza; grave allergia al vaccino o ai suoi componenti) può essere somministrato un IIV quadrivalente.
- Per gli individui di età ≥65 anni, si suggerisce l’IIV quadrivalente ad alto dosaggio intramuscolare ove disponibile, piuttosto che una dose standard di vaccino quadrivalente inattivato, in particolare in coloro che assumono una statina. Ricordiamo che le reazioni locali da lievi a moderate sono più comuni con vaccino ad alte dosi rispetto al vaccino trivalente a dose standard, ma l’incidenza di gravi gli eventi avversi sono simili.
Un’alternativa è il vaccino HA ricombinante quadrivalente che è più efficace del vaccino inattivato a dose standard per la prevenzione dell’influenza ma che non è stato confrontato direttamente con il vaccino inattivato ad alte dosi. Anche un vaccino trivalente adiuvato è considerato un’opzione per questa fascia di età però lo si consiglia poco perché non sono stati riportati studi clinici sull’efficacia di questo vaccino nei soggetti anziani adulti.
Co-somministrazione con altri vaccini
I vaccini influenzali attivati (IIV) non interferiscono con la risposta immunitaria ad altri vaccini inattivati o a vaccini con virus vivi. Perciò, un IIV può essere somministrato contemporaneamente ma in un sito diverso rispetto ad altri vaccini raccomandati. Il muscolo deltoide è il sito preferito per la somministrazione intramuscolare negli adulti.
Il vaccino a virus vivo attenuato può anche essere somministrato contemporaneamente ad altri vaccini a virus vivi o inattivati. Ricordiamo che se non viene somministrato lo stesso giorno di altri vaccini con virus vivi, dovrà poi essere somministrato necessariamente almeno quattro settimane dopo perché la risposta immunitaria a un vaccino con virus vivo potrebbe essere compromessa.
Quali sono le controindicazioni alla somministrazione del vaccino antinfluenzale?
Il vaccino antinfluenzale non deve essere somministrato a:
- Lattanti al di sotto dei sei mesi. La vaccinazione della mamma e degli altri familiari è una possibile alternativa per proteggerli in maniera indiretta.
Soggetti che abbiano manifestato reazioni di tipo anafilattico ad una precedente vaccinazione o ad uno dei componenti del vaccino. - Una malattia acuta di media o grave entità, con o senza febbre, costituisce una controindicazione temporanea alla vaccinazione, che va rimandata a guarigione avvenuta.
- Un’anamnesi positiva per sindrome di Guillain-Barrè insorta entro 6 settimane dalla somministrazione di una precedente dose di vaccino antinfluenzale costituisce controindicazione alla vaccinazione. Una sindrome di Guillain Barré non correlata a vaccinazione antinfluenzale e insorta da più di un anno è motivo di precauzione.
False controindicazioni
- Allergia alle proteine dell’uovo, con manifestazioni non anafilattiche
- Malattie acute di lieve entità
- Allattamento
- Infezione da HIV e altre immunodeficienze congenite o acquisite. La condizione di immunodepressione non costituisce una controindicazione alla somministrazione della vaccinazione antinfluenzale.
- Vaccinazione nel contesto di malattie concomitanti
I vaccini antinfluenzali inattivati non sembrano esacerbare malattie neurologiche croniche, come per esempio la sclerosi multipla, e quindi può essere somministrato a soggetti con tali condizioni.
Sembra che i pazienti che assumono un anticoagulante orale (p. Es. Warfarin) possano tranquillamente ricevere il vaccino antinfluenzale mediante iniezione intramuscolare, però è necessario adottare misure per ridurre al minimo il rischio di sviluppare ematomi significativi. Tali misure includono l’uso di un ago di calibro piccolo (p. es., 23 gauge o più piccolo) quando possibile e l’applicazione di una pressione decisa (senza sfregare) sul sito di inoculo per almeno due minuti dopo la vaccinazione.
I vaccini antinfluenzali sono sicuri?
I vaccini autorizzati per l’uso nell’uomo sono prodotti biologici sicuri poiché sono sottoposti ad una serie di controlli accurati che vengono effettuati sia durante la produzione e prima della loro immissione in commercio, sia dopo la loro commercializzazione.
Le reazioni locali si manifestano generalmente entro i primi giorni successivi alla vaccinazione.
Le reazioni sistemiche più frequenti (ad esempio malessere generale, febbre, mialgie) si manifestano generalmente entro 6-12 ore dalla somministrazione del vaccino ed hanno una durata di 1 o 2 giorni.
I vaccini antinfluenzali hanno un buon livello di sicurezza. Decine di milioni di italiani hanno ricevuto con sicurezza i vaccini antinfluenzali negli ultimi 40 anni e sono state condotte ricerche approfondite a sostegno della loro sicurezza.
Alcuni studi hanno trovato una possibile piccola associazione fra vaccino antinfluenzale e la sindrome di Guillain-Barré (GBS). Nel complesso, questi studi hanno stimato il rischio di GBS dopo la vaccinazione in meno di 1 o 2 casi di GBS per un milione di persone vaccinate. Altri studi non hanno trovato alcuna associazione. Anche GBS, raramente, si verifica dopo una malattia influenzale. Anche se il GBS dopo una malattia influenzale è raro, il GBS è più comune dopo la malattia influenzale rispetto alla vaccinazione antinfluenzale.
Eventi gravi dopo somministrazione di vaccini antinfluenzali sono segnalati tutti gli anni ma non è detto che ci sia una relazione causale con il vaccino, spesso si tratta di eventi temporalmente coincidenti con la vaccinazione.