Sintomi in perimenopausa
Durante la perimenopausa l’attività ovarica cessa gradualmente, i follicoli si riducono progressivamente e se ne riduce anche la qualità. Ovviamente anche la fecondità diminuisce.
Tra i sintomi tipici della perimenopausa abbiamo le vampate di calore, l’insonnia, la disforia e l’irregolarità del ciclo.
Vampate di calore
L’esatta patogenesi delle vampate di calore è sconosciuta, ma diversi studi indicano che probabilmente deriva da un difetto della funzione termoregolatrice centrale. Vari ormoni e neurotrasmettitori modulano i sintomi vasomotori, soprattutto gli estrogeni.
Si suppone pertanto che la carenza di estrogeni ovarici sia il meccanismo iniziale che porta alla comparsa delle vampate di calore. Anche la noradrenalina e la serotonina hanno un ruolo nel difetto di termoregolazione, motivo per cui spesso vengono usati gli SSRI e SNRI per trattare i sintomi vasomotori. Si è visto infatti che i livelli plasmatici dei metaboliti della noradrenalina aumentano prima e durante una vampata di calore.
Si verifica inoltre vasodilatazione periferica e un aumento della pressione sanguigna sistolica e della frequenza cardiaca.
Atrofia vulvovaginale
Altro sintomo molto frequente è l’atrofia vulvovaginale. I tessuti urogenitali sono estremamente sensibili agli estrogeni e alle loro fluttuazioni. Diversi studi di popolazione e di comunità confermano che circa il 27%-60% delle donne riferisce sintomi da moderati a gravi di secchezza vaginale o dispareunia in associazione con la perimenopausa.
A differenza dei sintomi vasomotori, l’atrofia vulvovaginale non migliora nel tempo senza trattamento. La terapia ormonale della menopausa è molto efficace nell’atrofia vaginale e nella secchezza. A questo scopo possono essere utilizzati estrogeni sistemici o vaginali.
Disturbi del sonno e insonnia
La qualità del sonno generalmente si deteriora con l’invecchiamento. Durante la perimenopausa la situazione peggiora. È improbabile che i cambiamenti ormonali da soli forniscano una spiegazione completa della relazione tra difficoltà del sonno e menopausa.
Coerente con questo concetto è il fatto che gli ormoni non sempre hanno successo nel trattare i problemi del sonno nella mezza età e oltre. Le cattive abitudini igieniche del sonno e i disturbi dell’umore contribuiscono ulteriormente. Sicuramente le donne che riferiscono il risveglio notturno in associazione con sudorazioni notturne sono candidate alla terapia ormonale. Tuttavia, la storia clinica non è spesso così semplice.
Le donne con disturbi dell’umore, in particolare ansia e depressione, possono avere difficoltà ad addormentarsi oppure possono presentare risvegli precoci.
Umore avverso
Gli estrogeni influenzano le vie di regolazione dell’umore nel cervello: si ritiene che la depressione, anche se in parte, sia causata dalla disregolazione delle vie monoaminergiche nel sistema nervoso centrale e il cambiamento dei livelli di estrogeni può portare ad alterazioni di questi sistemi serotoninergici e noradrenergici.
Si è visto in modelli animali che la somministrazione di estrogeni può indurre cambiamenti nella neurotrasmissione della serotonina nell’amigdala, nell’ippocampo e nell’ipotalamo, regioni del cervello coinvolte nella regolazione degli affetti.
Negli esseri umani, gli studi su donne in menopausa sottoposte a trattamento con estrogeni hanno mostrato cambiamenti dell’umore e trasmissione della serotonina in base allo stato ormonale. Il trattamento di prima linea di un episodio depressivo maggiore può comprendere la psicoterapia, gli antidepressivi o una combinazione dei due.
Il trattamento è spesso adattato alle preferenze del paziente e alla gravità della depressione. Certamente, se l’episodio è grave è necessaria la combinazione di psicoterapia e farmacoterapia.
[mdspecresult id=”24″]Un episodio da lieve a moderato può rispondere sia alla psicoterapia che al solo antidepressivo. I medici di base spesso fanno la diagnosi iniziale di depressione e iniziano il trattamento in modo tempestivo, quando possibile. Gli SSRI sono la prima scelta: in uno studio sul trattamento di Soares e colleghi, l’escitalopram si è dimostrato superiore a una combinazione di estrogeni e progesterone nel trattamento della depressione e di altri sintomi della menopausa.
Quasi il 75% delle donne in trattamento con escitalopram ha raggiunto la remissione della depressione rispetto al 25% di quelle in terapia ormonale sostitutiva.