L’acronimo EMDR deriva dall’inglese “Eye Movement Desensitization and Reprocessing”ovvero “Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari”.
Si tratta di un approccio impiegato in psicoterapia per trattare il disturbo post-traumatico e una serie di problematiche legate allo stress, e in particolare allo stress traumatico. Oggi è riconosciuto come metodo evidence based per il trattamento dei disturbi post traumatici, approvato dall’American Psychological Association (1998-2002), dall’American Psychiatric Association (2004), dall’International Society for Traumatic Stress Studies (2010) e dal nostro Ministero della salute nel 2003. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nell’agosto del 2013, ha riconosciuto l’EMDR come trattamento efficace per la cura del trauma e dei disturbi ad esso correlati.
Dato il riconoscimento a livello mondiale dell’efficacia di questo metodo terapeutico per il trattamento del trauma, ad oggi più di 120.000 clinici in tutto il mondo usano questa terapia. Milioni di persone sono state trattate con successo negli ultimi anni.
Nel nostro articolo vedremo in cosa consiste il disturbo post-traumatico da stress, analizzeremo le terapie a disposizione con particolare attenzione alla terapia cognitivo comportamentale focalizzata sul trauma e all’EMDR. Ci concentreremo infine sull’importanza del proseguimento delle terapie tramite il video-consulto nell’epoca Covid-19.
Il disturbo post-traumatico da stress in cosa consiste
Nel DSM-5 nel capitolo dei disturbi correlati a trauma e stress troviamo il disturbo da stress post-traumatico, detto anche PTSD (Post Traumatic Stress Disorder). In passato è stato anche definito nevrosi da guerra dato che si osservava spesso nei soldati che avevano combattuto sul fronte. Questo disturbo si manifesta in seguito ad un evento particolarmente traumatico.
Ad esempio l’essere sopravvissuto al crollo di un edificio, l’essersi salvato da un bombardamento, l’aver subito una violenza sessuale, l’essere sopravvissuto ad un incidente ecc. Chi soffre di disturbo da stress post-traumatico presenta ansia molto intensa, depressione, ricordi emotivamente molto forti e immagini disturbanti dell’evento traumatico. Lo studio di questo disturbo è iniziato solo dopo la Prima Guerra Mondiale ed è diventato argomento di dibattito pubblico dopo la Guerra del Vietnam. Ma è solo nel DSM-III del 1980 che è stato riconosciuto ufficialmente come un disturbo psichiatrico.
Che cos’è l’EMDR
“Eye Movement Desensitization and Reprocessing” (EMDR) è, come già accennato, un trattamento psicologico sviluppato dalla ricercatrice americana Francine Shapiro nel 1989 per ridurre i ricordi traumatici intrusivi che sono sintomi caratteristici del Disturbo Post-traumatico da Stress (PTSD). Diverse revisioni sistematiche e diverse meta-analisi hanno mostrato che l’EMDR riduce efficacemente i sintomi del disturbo da stress post-traumatico. Proprio per tale motivo l’EMDR è stato incluso nelle linee guida per il trattamento del disturbo da stress post-traumatico, insieme alla terapia cognitivo comportamentale focalizzata sul trauma (CBT), come trattamenti di scelta.
La logica alla base dell’EMDR è che, quando ci si concentra sui ricordi traumatici mentre si eseguono simultaneamente i movimenti degli occhi (ad esempio, seguendo i movimenti delle dita dei terapisti), l’intensità e l’emotività dei ricordi traumatici si riduce.
Dopo una o più sedute i ricordi legati all’esperienza traumatica perdono la loro carica emotiva negativa. Indipendentemente dagli anni che sono passati dall’evento si ha una desensibilizzazione molto veloce a questi ricordi traumatici. Il ricordo cambia nei contenuti e nel modo in cui si presenta, i pensieri intrusivi si attutiscono o spariscono, le emozioni e le sensazioni fisiche riducono la loro intensità. Il paziente elabora così l’evento traumatico grazie alla desensibilizzazione e al processo di ristrutturazione cognitiva.
Cambia progressivamente prospettiva, modifica le valutazioni cognitive su di sé, incorpora le emozioni adeguate alla situazione ed elimina le reazioni fisiche. Questo permette quindi di adottare comportamenti più adattivi. Dopo il trattamento il paziente non presenterà più i sintomi tipici del disturbo post-traumatico da stress. Non si verificherà più l’intrusione di ricordi e pensieri negativi legati al trauma. Non ci saranno più i comportamenti di evitamento e non si verificheranno più i sintomi neurovegetativi (come l’ipersudorazione, la tachicardia, la sensazione di mancanza di respiro ecc.) nei confronti di stimoli legati all’evento, percepiti come pericolo. Il paziente riuscirà a discriminare meglio i pericoli reali da quelli immaginari condizionati dall’ansia.
EMDR e disturbi diversi dal PTSD
Gli effetti dell’EMDR sono stati studiati anche in pazienti con problemi di salute mentale diversi dal disturbo post-traumatico da stress (PTSD). Ad esempio, studi randomizzati controllati hanno esaminato gli effetti del trattamento EMDR, da solo e in combinazione con la terapia cognitivo comportamentale focalizzata sul trauma oppure con la terapia cognitiva, per i disturbi d’ansia e i disturbi dell’umore. Recenti revisioni hanno evidenziato però una mancanza di prove per l’EMDR come trattamento per disturbi diversi dal PTSD.
Terapia cognitivo comportamentale focalizzata sul trauma (CBT) e Covid-19
Purtroppo come ben sappiamo durante la pandemia Covid-19 è necessario mantenere il distanziamento sociale al fine di rallentare la diffusione del virus. Diversi Esperti hanno sottolineato che è assolutamente necessario proseguire la psicoterapia a distanza. Si sta notando infatti che i pazienti psichiatrici sono purtroppo più vulnerabili a sviluppare un peggioramento dei sintomi psichici durante la pandemia di COVID-19 rispetto alle persone senza questi disturbi.
Una meta-analisi ha esaminato gli effetti del trattamento a distanza del disturbo post-traumatico da stress. I 19 studi controllati randomizzati inclusi nella meta-analisi hanno valutato gli interventi basati sulla terapia cognitivo comportamentale focalizzata sul trauma o CBT. Si è concluso che questo tipo di terapia somministrata a distanza è significativamente più efficace nel ridurre il disturbo da stress post-traumatico rispetto alle sedute di terapia frontale che prevedono di mettersi in lista di attesa.
Altre due meta-analisi hanno valutato la terapia cognitivo comportamentale focalizzata sul trauma o CBT effettuata su Internet per il disturbo da stress post-traumatico. Hanno evidenziato che effettuando la terapia online si ottengono risultati simili ai trattamenti frontali.
Nel complesso, gli effetti della terapia cognitivo comportamentale focalizzata sul trauma o CBT fornita online per il disturbo da stress post-traumatico sono promettenti.
EMDR e Covid-19
Nel mese di novembre 2020 è stato pubblicata su “Psychiatry Research Journal” una review dal titolo “PTSD treatment in times of COVID-19: A systematic review of the effects of online EMDR”.
La ricerca effettuata ha tenuto conto di 29 studi e in particolare di uno studio dal titolo “Internet-delivered eye movement desensitization and reprocessing (iEMDR): an open trial” di Spencer J. et al. pubblicato su “F1000Research”. Questo studio australiano ha esaminato l’efficacia di un intervento di 6 settimane che combinava la terapia cognitivo comportamentale focalizzata sul trauma o CBT online con l’EMDR sempre online. Sono stati inclusi quindici pazienti adulti con disturbo da stress post-traumatico.
Prima del trattamento, dopo il trattamento e dopo tre mesi di follow-up, la gravità dei sintomi del disturbo da stress post-traumatico è stata valutata attraverso un’intervista “PTSD Symptom Scale-Interview” somministrata da un medico e un questionario di auto-valutazione “PTSD Checklist-Civilian version”. Il confronto dei dati ottenuti nel pre-trattamento con quelli del post-trattamento ha mostrato che si è ottenuta un’importante riduzione della gravità del disturbo da stress post-traumatico grazie alla combianazione delle due terapie online.
Lo studio presentava però delle limitazioni. Innanzitutto è stato effettuato su un campione piccolo e inoltre mancava un gruppo di controllo. Bisogna sottolineare anche che CBT ed EMDR sono stati somministrati insieme e che pertanto gli effetti relativi dei due interventi sono sconosciuti. Inoltre, non è stata fornita una descrizione chiara dello strumento EMDR basato sul web che è stato utilizzato. Dopo un’introduzione da parte di un terapista, lo strumento EMDR utilizzato da Spence et al. era autoguidato.
Ciò ovviamente differisce dalle procedure che abbiamo osservato durante la pandemia che si basano su una connessione video sincrona ovvero una videochiamata. Quando si utilizza uno strumento EMDR basato sul web (come quello dello studio di Spence et al.), di solito i movimenti oculari vengono effettuati seguendo una palla leggera in un tubo luminoso, pulsatori in entrambe le mani e/o una cuffia con stimolazione bilaterale.
Invece durante un video consulto si permette al terapista di adattare la memoria di lavoro e di effettuare la stimolazione in base alle esigenze del paziente. Questo tipo di approccio ovviamente imita al meglio l’EMDR nella vita reale.
Possiamo concludere affermando che vi è un’urgente necessità di esaminare ulteriormente gli effetti dell’EMDR fornito da Internet per il disturbo da stress post-traumatico.
Le prospettive sono comunque davvero molto promettenti.