Nel nostro articolo vedremo cos’è la disidrosi, da cosa è provocata e quali possono essere le possibili terapie.
[mdspecresult id=”13″]Che cos’è la disidrosi
La disidrosi è conosciuta anche come eczema disidrosico. Colpisce più frequentemente le mani e i piedi. Si tratta in realtà di una malattia infiammatoria della pelle caratterizzata dalla comparsa di vescicole sul palmo delle mani e sulla pianta dei piedi. Queste piccole bolle tendono a rompersi e di conseguenza si creano delle screpolature. Le lesioni possono essere sporadiche, ovvero svilupparsi saltuariamente oppure croniche ovvero essere sempre presenti.
Quali sono le cause della disidrosi
Le cause della disidrosi sono difficili da individuare e descrivere. Nella maggior parte dei casi si associa ad altre patologie cutanee come per esempio la dermatite atopica oppure ad una reazione allergica. Ovviamente la sua comparse è favorita da una serie di fattori che ora elencheremo:
- Stress. Senza dubbio gioca un ruolo cruciale. Si è visto infatti che le persone che svolgono lavori particolarmente stressanti sono più soggette allo sviluppo dell’eczema disidrosico.
- Dermatite atopica. Diversi studi hanno dimostrato che chi soffre di eczema atopico ha una maggiore probabilità di sviluppare anche la disidrosi.
- Contatto con sostanze irritanti. Esporsi ad alcune sostanze come per esempio il nichel o il cobalto oppure a sostanze chimiche irritanti come alcuni detergenti ecc. favorisce la comparsa delle vescicole e quindi l’eczema.
Sintomi
Come abbiamo già accennato chi soffre di disidrosi sviluppa delle piccolissime bolle a livello del palmo delle mani, tra le dita e sulla pianta dei piedi. Le dimensioni delle vesciche sono di circa 1 mm e sono molto ravvicinate tra loro. Impiegano circa due settimane a seccarsi e a rompersi provocando una desquamazione della pelle. Possono provocare l’insorgenza di prurito oppure dolore, infatti quando le vesciche si rompono la pelle sottostante rimane scoperta ed è più sensibile.
Possono svilupparsi delle complicazioni come per esempio la comparsa di infezioni batteriche. Le vesciche provocando prurito spingono a grattarsi favorendo così la comparsa di lesioni da grattamento che possono facilmente infettarsi. Inoltre la secchezza cutanea che ne deriva può creare dei problemi proprio nel piegare le dita dato che la pelle lesionata viene stirata nei movimenti dando così origine a sensazioni dolorose.
Terapia
Il trattamento è per lo più locale e si avvale di farmaci corticosteroidi ad uso topico ovvero creme e unguenti. Si tratta di potenti farmaci antinfiammatori che si applicano a livello locale. Nei casi più gravi ed estesi si preferisce usare un unguento per via della sua più semplice applicazione, se invece il numero delle vesciche non è molto elevato piò essere più utile l’applicazione di una crema. È importante non usare questi farmaci per lunghi periodi di tempo perché tendono ad assottigliare la pelle e far comparire teleangectasie.
Un ottimo rimedio è rappresentato dalla terapia fotodinamica. Si applica una crema che contiene una medicina fotosensibilizzante sulle lesioni in modo tale da renderle più sensibili alla luce. Si espone poi la pelle ai raggi UV che vanno a distruggere le cellule della cute che sono alterate e che la crema fotosensibilizzante ha reso suscettibili alla luce. In questo modo si dà la possibilità alle cellule sottostanti di rigenerarsi. Questo tipo di terapia si fa solo se il paziente non ha risposto bene alla terapia con corticosteroidi oppure se il paziente non può più applicarli per via della comparsa di effetti collaterali.
In alcuni casi si usano invece farmaci immunosoppressori come per esempio il tacrolimus.
[mdspecresult id=”13″]Vi è la possibilità di ricorrere anche a dei rimedi naturali come per esempio impacchi con acqua fredda oppure mettere le zone lesionate ammollo nell’amido di riso oppure nel bicarbonato di sodio.
In alternativa si può applicare un gel all’aloe vera che ha importanti proprietà cicatrizzanti. Utili possono essere anche gli impacchi con la camomilla.
Si è visto inoltre che può essere molto utile anche evitare di ingerire cibi che contengano cobalto o nichel come per esempio liquirizia, legumi, cacao, cereali integrali e latticini.
Ricordiamo che la disidrosi non è contagiosa.