La miocardite è l’infiammazione del miocardio ovvero del tessuto muscolare del cuore. Colpisce più spesso le persone giovani, nella maggior parte dei casi è asintomatica e guarisce senza provocare danni, a volte però l’infiammazione può essere più aggressiva ed è importante conoscerne i campanelli d’allarme. Nel nostro articolo vedremo come si fa la diagnosi e qual è il trattamento più adatto.
Cause
Le cause che possono provocare l’insorgenza della miocardite sono molteplici. L’infiammazione può essere indotta da un’infezione, dall’azione di tossine oppure di farmaci. Ma può essere provocata anche da patologie sistemiche come per esempio la sarcoidosi. Nella maggior parte dei casi però le cause restano sconosciute. Nei paesi sviluppati le infezioni virali che più spesso provocano l’insorgenza della miocardite sono quelle sostenute dal parvovirus B19 e dal’herpesvirus umano 6, inoltre si è visto che il virus SARS-CoV-2 causa talvolta miocardite. Nei Paesi in via di sviluppo la miocardite infettiva è più spesso dovuta a febbre reumatica, malattia di Chagas o AIDS.
Le cause non infettive includono sostanze tossiche per il cuore (come alcol e cocaina), alcuni farmaci e alcuni disturbi autoimmuni e infiammatori. La miocardite causata da farmaci è chiamata miocardite da ipersensibilità.
Che sintomi possono svilupparsi
La sintomatologia legata alla miocardite è molto variabile e dipende molto dalla gravità della malattia.
Spesso la miocardite provocata da un’infezione virale provoca semplicemente la comparsa di febbre e stanchezza.
Nelle situazioni più gravi invece si manifestano sintomi importanti come quelli legati allo scompenso cardiaco. Si ha quindi dispnea, fame d’aria, edema, inappetenza, pressione bassa, dolore toracico che può simulare un infarto. Il dolore che si presenta è solitamente intenso oppure sordo e si irradia al collo, alla schiena oppure alle spalle. Può essere lieve oppure forte e peggiora con i movimenti del torace, con la tosse, quando si ingoia e se si fanno respiri profondi. Si può avere sollievo se si sta seduti e ci si piega in avanti. Si possono manifestare anche aritmie ovvero tachicardia o blocchi. Può succedere che le condizioni cliniche peggiorino e diventino davvero molto gravi, tanto da richiedere il supporto in terapia intensiva.
Come si fa diagnosi
Per porre diagnosi di miocardite è necessario effettuare alcuni esami strumentali.
Molto importanti sono l’ecg e il dosaggio dei marker cardiaci nel sangue, si tratta di sostanze che vengono liberate nel sangue quando le cellule cardiache vengono danneggiate. L’ecocadiogramma permette di evidenziare le alterazioni valvolari e del muscolo che si verificano nel corso dell’infiammazione e stessa cosa può fare la risonanza magnetica miocardica.
È importante cerca di definire la causa responsabile dell’insorgenza della miocardite. Può essere utile per tanto l’emocromo e la valutazione dei globuli bianchi.
La diagnosi di certezza si ha solo con la biopsia. Quest’ultima però viene eseguita raramente perché è difficile da eseguire ed è particolarmente rischiosa pertanto si evita di effettuarla e ci si basa prevalentemente sulla risonanza magnetica. Grazie a questa si può identificare l’infiammazione e si può seguire la sua evoluzione nel tempo.
Che fare? Trattamento
Solitamente la cura dipende dalla causa e viene per tanto decisa caso per caso.
Se per esempio alla base vi è un’intossicazione farmacologica, che può accadere nel caso per esempio di alcuni farmaci psichiatrici, la prima cosa da fare è sospendere immediatamente l’assunzione del farmaco incriminato. Se invece la miocardite è di origine autoimmunitaria è necessario impostare una terapia cortisonica oppure con altri farmaci immunosoppressori oppure con farmaci biologici.
È importantissimo riconoscere subito i sintomi dello scompenso ed indirizzare il paziente nei centri ben collaudati nel trattamento della miocardite, perché come già accennato, le conseguenze in alcuni casi possono essere particolarmente gravi e richiedere il trattamento in terapia intensiva.