La Sensibilità non celiaca al glutine o gluten sensitivity è una condizione di cui si sta molto parlando negli ultimi anni.
Si definisce con questo termine una condizione clinica, caratterizzata da soli sintomi soggettivi, consistenti in disturbi vari, sia di tipo gastrointestinale (dolore addominale, gonfiore, nausea) sia extraintestinali (malessere, cefalea, confusione mentale, tremori, nervosismo, dolori muscolari), quando si assumono alimenti che contengono il glutine quali grano e i cereali (tranne il riso e il mais che non lo contengono).
Non c’è nessun test diagnostico che ci permette di fare una diagnosi di certezza.
Al momento non è ben chiaro quale sia il meccanismo implicato in questa patologia e, secondo vari autori, non è certo che dipenda dal glutine ma potrebbe essere collegata ad altri costituenti del grano e dei cereali, di natura saccaridica non digeribili (i cosiddetti FODMAP).
Al contrario delle altre patologie correlate al glutine, e cioè la celiachia e l’allergia al grano, per le quali esistono dei test diagnostici specifici utili a supportare il sospetto diagnostico, nel caso della gluten sensitivity non esiste nessun test disponibile e affidabile in grado di aiutare il medico a formulare una diagnosi corretta.
La diagnosi richiede una dieta di eliminazione per valutare il possibile miglioramento legato alla non assunzione del glutine associato ad un successivo test test di provocazione con assunzione di alimenti che contengono glutine in condizione di “cecità” del paziente: ossia dando alimenti che contengono il glutine senza somministrare quelli che potrebbero suggestionarlo provocandogli il malessere per effetto nocebo.
Per eliminare l’effetto nocebo sarebbe opportuno effettuare un test in doppio cieco, condizione molto difficile da realizzare durante la normale attività clinica.
In ogni caso, ci sono numerosi studiosi che si stanno occupando di tale patologia e: secondo alcuni questa entità patologica non esisterebbe affatto; secondo altri ci sarebbero le condizioni per caratterizzare questa situazione come una vera e propria patologia che affligge un numero piuttosto rilevante di persone, addirittura circa 5 o 6 volte il numero di celiaci.
Video realizzato dal Dott. Giuseppe Pingitore